Solidarieta’ con Sonja e Christian!

Riceviamo e diffondiamo:

Appello internazionale 

 

Solidarieta’ con Sonja e Christian!

Il 14 Settembre del 2011 Sonja Suder (79 anni) e Christian Gauger (70 anni) sono stati estradati in Germania, dopo 33 anni di esilio passati in Francia.
Christian e’ stato portato oltre confine mentre giaceva in un’ ambulanza! Sonja è stata rinchiusa nella prigione di Francoforte-Preungesheim, Christian in una sezione ospedaliera del carcere. Nonostante il fatto che, in seguito ad un arresto cardiaco avvenuto nell’ Ottobre del 1997, Christian fosse costretto ad un costante sostegno medico e personale, il carcere gli è stato risparmiato solamente dopo oltre un mese; al momento doveva recarsi due volte alla settimana alla stazione di polizia. (E’ stato scarcerato nell’agosto 2013 “date le gravi condizioni di salute”).
Sonja la portarono in carcere a Preungesheim; dovrebbe essere al momento la persona di età più avanzata all’ interno delle carceri giudiziarie europee. (Il processo è iniziato il 21 settembre 2012; le udienze sono spesso seguite da centinaia di compas.)

La resistenza ha una lunga tradizione
Le Revolutionaeren Zellen (RZ, Cellule Rivoluzionarie) hanno iniziato, a partire dal 1973 ed in quanto parte integrante dei movimenti di sinistra, a confrontarsi con le possibili prospettive rivoluzionarie all’interno della RFT ed hanno cercato nuove forme della militanza e spunti teorici per la resistenza. Le RZ sono state, accanto alla RAF ed il Movimento 2 Giugno, la terza formazione della guerriglia urbana: non come

un’organizzazione di avanguardia, ma agendo a partire ed all’interno del movimento di sinistra non-clandestino. Verso la metà degli anni settanta nascerà dal loro humus l’organizzazione femminista Rote Zora. Entrambe si scioglieranno all’inizio degli anni novanta.
Sonja e Christian sono accusati di due dei circa dodici attacchi contro il nucleare portati avanti dalle RZ: quello del 22 Agosto del 1977, diretto contro la società MAN, a causa del suo aiuto alla costruzione della bomba atomica sudafricana. MAN esportava dei compressori da installare in un impianto per l’arricchimento dell’uranio.
Il secondo attacco è avvenuto poco tempo dopo contro la compagnia KSB, che ai tempi era il più grosso produttore di pompe da usare all’interno delle centrali nucleari. A parte questo, Sonja e Christian sono accusati di aver partecipato, come membri di una cellula delle RZ, ad un attacco incendiario avvenuto il 18 Maggio 1978 contro il castello di Heidelberg: quest’ultimo in quanto rappresentava la contraddizione tra la facciata turistica ostentata e la politica di distruzione di interi quartieri della città, legata invece alla logica orientata al profitto. (Queste tre accuse sono cadute in prescrizione già da qualche anno; ora rimangono ancora legalmente aperte possibili le accuse di “appartenenza” alle RZ e del trasporto di armi a Vienna.)

 

Testimonianze prefabbricate
Per quanto riguarda queste tre accuse, l’imputazione si basa su supposte “testimonianze” rilasciate da parte di Hermann Feeling, che però, è accertato, sono state fabbricate in condizioni di tortura. Nell’estate del 1978 al compagno Hermann era esplosa una bomba sulle ginocchia – sembra destinata contro il consolato della dittatura argentina situato a Monaco di Baviera.
Hermann sopravvisse, ma perse entrambi gli occhi, le gambe e ne uscì con bruciature di grado elevato su tutto il corpo. Cinonostante, dall’ospedale verrà trasferito in una stazione di polizia, torturato e interrogato. In quella caserma, senza vedere né avvocati né familiari, nessuno, lo terranno 4 mesi e mezzo. Una volta uscito rifiuterà formalmente di riconoscere le cosiddette “sue” dichiarazioni, in quanto costruite solo ed esclusivamente dai suoi torturatori. (Hermann non si è presentato all’udienza del processo contro Sonja e Christian del 10 settembre 2013 perché i medici lo hanno certificato “incapace di sostenere l’interrogatorio”.)

 

33 anni in esilio
Nell’autunno del 1978, quindi un anno dopo la mancata liberazione dei compagni della RAF, ma anzi la loro uccisione nel carcere di Stammheim-Stoccarda) e proprio nel mentre della caccia portata avanti da parte dello Stato contro gli attivisti della sinistra radicale, Sonja e Christian come tante e tanti compas comunque ricercati dallo Stato, decidono  di lasciare la RFT. 22 anni dopo, nel 2000, vengono arrestati a Parigi. Intanto è stata mossa una nuova accusa contro di loro: dopo 24 anni Hans Joachim Klein, un militante all’epoca delle RZ decide di rientrare in patria e di cantarsela. La BKA e il VS sono pronti ad accoglierlo. Fra le sue ricostruzioni fa anche i nomi di Sonja e Christian. La compagna, in particolare, avrebbe procurato le armi per l’azione di un commando tedesco-palestinese contro la conferenza dell’OPEC, avvenuta nel 1975 a Vienna. Sonja e Christian riescono a rimanere in Francia dietro il pagamento di una cauzione di poche centinaia di euro. Nel 2010 sarà il governo di Sarkozy, a mettere nelle mani dello stato tedesco Christian e Sonja.

 

Nessuno scambio. Nessuna testimonianza.
Prima ancora dell’estradizione la procura tedesca aveva offerto a Christian e Sonja di evitare l’arresto,compresa la sospensione di ogni condanna, nel caso in cui avessero deciso di tornare in Germania di spontanea volontà rilasciando una confessione di distacco dal passato. Entrambi rifiutarono appunto ogni scambio e quindi decisero di non rilasciare alcuna testimonianza. Sonja ha dichiarato, in un’intervista del 2010, che “quando hai già deciso in precedenza che: nel caso che succeda qualcosa, non dirai una parola, non rilascerai una dichiarazione, ecco che ti senti molto sicura.”
Il processo ha così assunto particolare accanimento proprio perché vuole essere una vendetta dettata dalla scelta di “non collaborazione” compiuta da Christian, Sonja e Hermann.

 

 

Il vero crimine…

Il vero crimine è stato ed è la distruzione di quartieri degni di esseri vissuti e ancora pagabili, non la protesta contro la riqualificazione urbana, ed il vero crimine e’ stato ed è il nucleare, non la resistenza contro di esso. La RFT sostiene da sempre le esportazioni nucleari dell’industria tedesca; ha sostenuto il peggio, favorendo negli anni 70 anche gli investimenti dell’industria nucleare tedesca nel Sudafrica, il regime dell’ apartheid. Per esso dunque togliere di mezzo la memoria della lotta armata internazionalista, della sua critica reale è una necessità irrinunciabile – nella quale sono anche comprese le vite di Hermann, Christian e Sonja …

 

Libertà e felicità per Sonja e Christian!
La loro scelta merita il rispetto e la solidarietà internazionale di tutti coloro che hanno messo – e continuano a mettere – in atto azioni di resistenza contro il carcere, la giustizia di Stato, la mafia nucleare, il razzismo e la riqualificazione urbana – non a caso, durante il Castor del 2011 (nota: trasporto delle scorie nucleari dalla Francia nel centro di Stoccaggio di Gorleben, regione del Wendland),  sono stati molti i volantini e gli striscioni che hanno tematizzato la lunga tradizione della lotta contro il nucleare a partire dagli anni settanta e hanno chiamato a mettere in pratica la solidarietà per Sonja e Christian.
Sonja e Christian devono ricevere supporto a livello internazionale – facciamo in modo che non si sentano estradati!

(Gli stessi ambiti internazionalisti  di“Libertà per Sonja e Christian”, chiamano alla mobilitazione per domenica 15 settembre 2013 sotto la parole d’ordine “Due anni di galera sono tanti, sono troppi!”)
http://www.verdammtlangquer.org

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